giovedì 22 gennaio 2009

The girl with no name

Una volta ho visto su una scala, su cui scorreva morbida luce, la ragazza senza nome. Non saliva né scendeva, ma era puro gioco di bambina, fretta d’un amore, vivida coscienza di un trascendentale essere unica, lei e solo lei. La ragazza senza nome mi parlava da un’immagine isolata nella mia infanzia, in cui sentimenti sfilacciati adornano come madreperla la semplicità di un ricordo, sofferenti per l’essere recisi. Pura essenza solo di se stessa, ma anche di una mia paura, di una mia corsa su un prato, di una mia profezia di bambino, lei non ha fissi lineamenti, ma la mutevole liquida forma della mia proiezione di bellezza, e lo scorrere immobile della sua esteriorità di pura riflessione non necessita di confermarmi, mai, la sua misteriosa perfezione, perchè è e sempre sarà già dentro di me. Istantanea sensazione condensata, si muove come si muovono i quadri se, distratto, li fissi a lungo, ricordandomi di uno stato del mio essere che sopravvive solo in lei.

photo by *girltripped.