Poi viene il giorno che hai diciannove anni. E sei abbastanza grande e importante da essere uno dei tanti stronzi. E cominci a fare a spallate e ad avere dei ricordi. E a capire il significato di certe canzoni. E c’è della gente che non c’è più, e tu sei lì, aggrappato a una sbarra di metrò per non essere portato via dal vento. Bevi 5 caffè e hai una carriera da ex-fumatore. Hai certi amici che più che amici sono gente che ti tieni buona, e il tuo nome è scritto su un sacco di tessere. Hai un diploma. E un cervello, e una teoria nella bisaccia, insieme a libri dove ci sono scritte cose difficili. Per strada cammini veloce, hai fretta come tutti gli altri. Ventiquattro ore ti vanno strette, mentre invece prima ti ci potevi stiracchiare comodamente; sembrano il tuo letto singolo. Ti meravigli persino di aver già sonno. Ora se mangi, ingrassi. Se ti fai troppo il culo dai fuori di matto, se te lo fai troppo poco non ti perdona nessuno. Ora li limiti i danni, invece di rompere le finestre col pallone. Ma hai ancora una speranza, negli occhi di una certa ragazza, nel tepore del tuo giubbotto, nella crema al whisky, nei bei film, nelle volèe di McEnroe, nel rock ‘n’ roll. Cerca di non perderla.
domenica 5 ottobre 2008
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